“Il nuovo Beato ha vissuto così: nella gioia del Vangelo, senza compromessi, amando fino alla fine. Egli ha incarnato la povertà del discepolo, che non è solo distaccarsi dai beni materiali, ma soprattutto vincere la tentazione di mettere il proprio io al centro e cercare la propria gloria”. Così Papa Francesco, domenica 4 settembre 2022, in Piazza San Pietro, durante la beatificazione di Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani.
Giovanni, il cui nome significa “Dio fa grazia” e definito da Paolo come “una colonna della Chiesa” (Gal 2,9), era originario della Galilea, probabilmente vicino al lago di Tiberiade.
Con una audace novità per il XVI secolo, Sant'Angela Merici individuò una via inedita di consacrazione per le donne: non più nel chiostro, ma nel mondo. Per loro, fondò la Compagnia di Sant’Orsola. Con una grande attenzione ai segni dei tempi si concentrò sul modello della Chiesa primitiva, il genere di vita degli Apostoli e delle prime comunità cristiane, aprendo così la via alla devozione moderna.
Ruperto proveniva dall'alta nobiltà francone ed era imparentato con la famiglia reale merovingia (forse apparteneva alla famiglia dei Robertini). Alla fine del VII secolo, egli operò come Vescovo di Worms. Il duca dei Bavari Teodone II (+ 718) lo invitò in Baviera e gli affidò importanti incarichi ecclesiastici e politici. Ruperto era imparentato con la moglie di Teodone, Folcaide. Nella città ducale bavarese di Ratisbona, Ruperto convertì il duca e il suo seguito al cristianesimo. Secondo la tradizione, battezzò il duca stesso e, per questo, è chiamato l’Apostolo dei bavaresi.
“Dio ama i poveri, e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri”. Così ripeteva San Vincenzo de’ Paoli ai suoi collaboratori. Nato a Pouy, un piccolo paese delle Landes francesi, il 24 aprile 1581, da una famiglia di contadini, non dimenticherà mai che da piccolo faceva il guardiano dei maiali e delle mucche. Il padre lo mandò a studiare a Dax nel collegio dei Cordeliers, diretto dai francescani, con la speranza che potesse acquisire un’educazione per aiutarlo a integrare le entrate familiari.
Scoprì il cammino più facile, breve e sicuro per andare a Gesù e rimanere fedele alle promesse del battesimo: la Vergine Maria. Così San Luigi Maria Grignion de Montfort propose ai fedeli la consacrazione a Gesù per mano della Madre di Dio. Scriveva nel suo celebre Trattato della vera devozione a Maria: “È per mezzo della Santissima Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo, ed è anche per mezzo di lei che deve regnare nel mondo”.
“Siccome di Dio non possiamo sapere che cosa è, ma piuttosto che cosa non è, non possiamo indagare come egli sia, ma piuttosto come non sia”. Così scriveva San Tommaso D’Aquino. Nato nel 1225 a Roccasecca, provincia di Frosinone, apparteneva a una delle più importanti famiglie italiane. Essendo l’ultimo nato, fu destinato alla carriera ecclesiastica, così a cinque anni entrò a Montecassino fra i “pueri oblati”, mentre a quindici nell’università di Napoli studiò filosofia aristotelica, grammatica, scienze naturali, scienza araba e la filosofia greca.
I due Apostoli Simone e Giuda Taddeo vengono ricordati in un’unica festa nello stesso giorno.È possibile che il motivo sia dovuto al loro comune apostolato in Mesopotamia e in Persia, dove si diressero per annunciare il Vangelo. Non abbiamo molte notizie certe su di loro, quello che sappiamo è ciò che si trova nel Nuovo Testamento.
Una donna che si è consumata di amore per la Chiesa, che ha speso tutte le sue energie per le sue membra, a cominciare dal Successore di Pietro, dai Vescovi, dai sacerdoti, fino ai consacrati e ai laici. È Caterina da Siena, proclamata da Paolo VI, nel 1970, Dottore della Chiesa, la seconda donna in assoluto, dopo Santa Teresa d’Ávila, a ricevere quel titolo.
La festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe si celebra nella domenica che segue il Natale. Il motivo è semplice: mentre a Natale si contempla la nascita del Figlio di Dio a Betlemme, circondato da Maria e Giuseppe, nella festa odierna, la Chiesa celebra la vita quotidiana della famiglia a Nazareth.
Contemplativi della gloria di Dio e messaggeri della Buona Novella. Sono i tre Arcangeli che vengono festeggiati il 29 settembre. I loro nomi esprimono la missione, non la loro natura. Sono i messaggeri del Signore, che annunciano la sua volontà e “costituiscono, con i Santi, la moltitudine immensa degli adoratori del Dio vivente”.
Conocido como el “San Pablo de las Indias”, Patrono de las Misiones y gran evangelizador de Asia, Francisco de Jassu y Javier, más conocido como Francisco Javier, fue uno de los primeros y más cercanos seguidores de San Ignacio de Loyola.
Il “San Paolo delle Indie”, Patrono delle missioni, grande evangelizzatore dell’Asia, uno dei primi a seguire Sant’Ignazio di Loyola, è Francisco de Jassu y Xavier, conosciuto come Francesco Saverio.
Nacque nel 1506, nel castello di Xavier vicino a Pamplona, da una nobile famiglia. Nel settembre 1525, si recò a Parigi per studiare al Collegio di Santa Barbara, dove ebbe come compagno di stanza Pierre Favre, primo sacerdote della Compagnia, al quale si aggiunse Ignazio di Loyola. All’inizio i rapporti tra Francesco e Ignazio furono conflittuali, perché Francesco voleva proseguire la carriera accademica, tanto che il Loyola lo definì: “il più duro pezzo di pasta che abbia mai dovuto impastare”. Nel 1530 diventò Magister Artium e ottenne una cattedra al Collegio di Dormans-Beauvais.
Non si hanno molte notizie certe su San Biagio di Sebaste. Quello che sappiamo si apprende dagli Atti di San Biagio, scritti in greco. Biagio aveva studiato filosofia nella sua giovinezza, era un medico a Sebaste in Armenia, sua città natale, ed era molto stimato. Quando il Vescovo della città morì, venne eletto per acclamazione di tutto il popolo, quale suo successore.
Gli Apostoli Filippo e Giacomo il Minore vengono ricordati lo stesso giorno,
perché le loro reliquie furono deposte insieme nella Basilica dei Santi XII Apostoli a Roma.
Di Giacomo, figlio di Alfeo, detto il Minore, perché più piccolo di statura di Giacomo, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni Evangelista, sappiamo ben poco. La notizia sicura è che fu uno dei primi discepoli di Gesù.
La tradizione vuole che fosse parente di Gesù, forse quel cugino a cui fa riferimento l’evangelista Matteo (13, 55). Ebbe un notevole influsso nel Concilio di Gerusalemme, nel quale venne confermata la vocazione missionaria di Pietro per i circoncisi e di Paolo per i non circoncisi. Di fatto, avvenne una forma di spartizione del campo missionario: Pietro verso gli Ebrei, mentre Paolo verso i pagani.
Dopo la partenza di Pietro, si parla di Giacomo come del primo Vescovo di Gerusalemme.
La tradizione vuole che Giacomo sia stato ucciso nell’anno 62. Il Sommo Sacerdote del Sinedrio, Hanan, fece scoppiare una sommossa per uccidere Giacomo, che fu gettato dalle mura del Tempio e finito a colpi di bastone.
L’altro Apostolo, Filippo, era un pescatore di Betsaida, in Galilea. Fu tra i primi discepoli di Gesù. L’evangelista Giovanni lo menziona in vari episodi: prima della moltiplicazione dei pani: “Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: ‘Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?’. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: ‘Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo’” (Gv 6, 5-7).
Lo troviamo ancora citato dopo l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, quando a Filippo si rivolgono alcuni greci che vogliono vedere Gesù (Gv 12, 20-22) ed è Filippo stesso che durante l’Ultima Cena chiese al Maestro di mostrare loro il Padre (Gv 14, 8).
Altri dati biografici su di lui non sono verificabili. La tradizione vuole che, dopo la Pentecoste, Filippo abbia attraversato l’Asia Minore arrivando fino alla Scizia, attuale Ucraina, e poi nella Frigia, attuale Turchia asiatica. Nella capitale, Gerapoli, sarebbe stato martirizzato su una croce decussata, cioè a forma di X, e con la testa all’ingiù. Dopo diverse vicende le sue reliquie sarebbero state trasportate a Roma e sepolte nella Basilica dei Santi XII Apostoli, insieme con quelle di Giacomo.
Frate domenicano, grande asceta, promotore della Controriforma, pubblicò il Catechismo e promulgò il Breviario e il Messale Romano, da cui presero il nome, attuando i decreti del Concilio di Trento. È Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, eletto Papa nel 1566.
I Vangeli presentano Andrea, fratello di Simon Pietro, come uno dei due discepoli di Giovanni il Battista che seguirono Gesù fin dall'inizio (Gv 1, 35-39). Nacque a Betsaida, in Galilea, sulle rive del lago di Tiberiade. Come suo fratello Simone (Pietro) era pescatore. Alla ricerca di Dio, era stato discepolo del predicatore Giovanni il Battista, che lo aveva certamente battezzato. Quando Giovanni Battista indicò Gesù come “L'Agnello di Dio”, (Gv 1,29-40), sulle rive del Giordano, immediatamente seguì il Maestro e non lo lasciò più.
“Il tratto peculiare della figura spirituale di San Girolamo rimane senza dubbio il suo amore appassionato per la Parola di Dio, trasmessa alla Chiesa nella Sacra Scrittura. Se tutti i Dottori della Chiesa – e in particolare quelli della prima epoca cristiana – hanno attinto esplicitamente dalla Bibbia i contenuti del loro insegnamento, Girolamo lo ha fatto in modo più sistematico e per certi versi unico”. Così afferma Papa Francesco nella Lettera Apostolica Scripturae Sacrae affectus,il 30 settembre 2020,nel XVI centenario della morte di San Girolamo.
“Non dimenticate mai queste tre cose: devozione al Santissimo Sacramento, devozione a Maria Ausiliatrice e devozione al Santo Padre!”. Così diceva Don Giovanni Bosco ai suoi compagni nel suo ultimo periodo.
Non sappiamo molto di Santa Balbina, che riposa nell’omonima Basilica romana costruita in suo onore nel IV secolo nel piccolo Aventino, nel rione di San Saba. Secondo la Passio Alexandri(VI secolo) e la Passio Balbiniae et Hermetis, Balbina era figlia del tribuno Quirino.
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